Made in Italy

 
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Il Made in Italy è in forte crisi a causa dell’emergenza del Covid-19, ma rappresenta comunque il nostro bene più prezioso dato che siamo tra le eccellenze migliori del mondo in vari ambiti. Il CEO della Marchetti Tech Srl Joseph Anthony Miceli, da sempre in prima linea per promuovere il Made in Italy nel mondo, ha rilasciato un’intervista al direttore di InTaste Thomas Cardinali.

TC: “Il Made in Italy può ancora sfidare i mercati mondiali in questo momento di forte crisi?”

JM: “Certamente, il Made in Italy è sempre vivo. Lo deve considerare come un fuoco perpetuo sempre acceso. Il Made in Italy non è soltanto un vendere all’estero i nostri prodotti, ma molto di più: è frutto di anni di lavoro da parte di artigiani, di grandi aziende, di sportivi, di artisti, di attori, di scienziati e di tutti coloro che hanno collaborato per rendere grande il nome dell’Italia nel mondo.”

TC: “Cosa serve alle aziende Italiane per avere successo all’estero e rendere il Made in Italy più forte tornando nuovamente ai livelli di qualche anno fa?”

JM: “Il Made in Italy non è fatto da un singolo prodotto, non è espressione di un’azienda in particolare, ma bensì di un modo di essere. Il Made in Italy è fatto di tanti gesti, di tanti momenti, di tanti cicli che si ripetono da migliaia di anni. Il Made in Italy è il frutto del duro lavoro, fatto da tante persone allo stesso tempo. Il Made in Italy è l’espressione del talento e del duro lavoro di italiani famosi e non, di chi ha lavorato sotto la luce dei riflettori e di chi invece dietro le quinte ha permesso di porre solide basi.”

TC: “Mi può portare un esempio?”

JM: “Ci sono delle icone del passato che ci permettono di vivere di rendita ancora oggi. Le icone che rappresentano il Made in Italy sono raffigurate con i simboli del nostro passato, un esempio sono le nostre città d’arte. Pensi a quanto volte viene usato il Colosseo, la Torre di Pisa, la gondola di Venezia, l’arena di Verona, tutti questi simboli del passato attivano nella mente di persone all’estero dei concetti, risvegliano la voglia di viaggiare, di andare in vacanza e di vivere dei momenti in quei posti meravigliosi che soltanto il nostro paese è in grado di offrire. Pensi alla musica, chi non sogna di ascoltare almeno una volta nella vita a La Scala le musiche de l’Aida con le coreografie del maestro Franco Zeffirelli? Se parliamo di industria invece come non pensare alla Vespa, che nell’immaginario collettivo riporta alle immagini il capolavoro Vacanze Romane e un periodo di grande benessere sociale. Il Made in Italy è stato realizzato da tante persone nel corso dei secoli, pensi che nel 2018 al MOMA di New York veniva esposta la nostra mitica Fiat 500 disegnata nel 1957 da Dante Giocosa: il titolo della mostra era “The value of the good design”. Uscendo dalla 54 esima strada gli amici che erano insieme a me, hanno iniziato a fare shopping sulla Fifth Avenue prendendo di mira tutti i negozi italiani. Non volevano la roba americana, ma la nostra. Come vede dobbiamo ringraziare il lavoro di tanti professionisti che in ogni settore hanno reso l’Italia grande nel mondo”.

TC: “Cosa significa il Made in Italy invece per le altre persone nel mondo?”

JM: “Le porto un altro esempio, agli inizi degli anni Novanta mi stavo per imbarcare su un volo Alitalia da Los Angeles diretto a Roma. In quegli anni, la business Class Alitalia non si chiamava ancora Magnifica, ma bensì, Top Class. Davanti a me due signori Americani mi chiesero dove ero diretto, proprio mentre gli posi la domanda. Mi spiegarono che andavano a Roma due volte l’anno in perfetto italiano dicendo che “l’Italia è la Disneyland degli adulti”. Loro viaggiavano con Alitalia perché la consideravano migliore dell’American Airlines, la consideravano parte di un’esperienza che iniziava con un buon espresso italiano ed una meravigliosa trousse di Fendi che veniva data loro in omaggio.”

TC: “Mi parlava di ambasciatori del Made in Italy, quali sono gli esempi che l’hanno ispirata nella sua carriera manageriale?”

JM: “Il Made in Italy nel mondo è fatto da migliaia di Ambasciatori, come non si può pensare ai nostri sportivi che hanno portato a casa tante medaglie alle competizioni Mondiali e Olimpiche. Pensi ai nostri artisti, si nostri architetti, ai nostri materiali preziosi come il marmo bianco di Carrara con cui sono state rivestite le opere architettoniche più belle del mondo. Il nostro rinascimento ha regalato dei geni assoluti come Leonardo Da Vinci. Mi creda noi viviamo di rendita perché per secoli la nostra storia è stata incisa da giganti che si sono portati il peso del nostro paese sulle proprie spalle quando ancora non eravamo uniti. I nostri artisti di ieri e di oggi hanno fatto portato sempre in alto il nome dell’Italia e lo continuano a fare. Quando penso ad un’icona intramontabile mi viene in mente il Maestro Luciano Pavarotti, la sua voce ancora oggi risuona in ogni angolo del mondo. Un altro settore dove abbiamo espresso in meglio di noi è quello automobilistico: impossibile non pensare al Drake Enzo Ferrari con il rosso del Cavallino Rampante, e poi ancora Lamborghini, Maserati, Ducati, la Fiat. Impossibile non pensare a Valentino Rossi che è diventato un brand più importante della stessa MotoGP. La moda non può non essere nominata, con dei giganti come il re Giorgio Armani e il divino Valentino. Tutti hanno contribuito a portare il Made in Italy nel mondo come elemento di eccellenza. Non dimentichiamo che ognuno degli italiani andati all’estero ha avuto un peso, un ruolo: dal singolo ristoratore nella lontana Australia con l’insegna “Da Ciro”, al ristoratore italiano che ha servito sei Presidenti degli Stati Uniti come Sirio Maccioni a New York. I brand Ambassador del Made in Italy, sono tanti, mi creda, la maggior parte non sono famosi, sono operatori economici che girano il mondo, gli angoli più lontani, insieme a loro portano non solo dei prodotti eccellenti, portano il loro modo di vivere, la loro educazione, la tazza del caffè, un vestito ben indossato. Il Made in Italy è il sogno di un’Italia che tutti ci invidiano”.

TC: “In cosa il nostro paese è così unico rispetto agli altri che ha visitato?”

JM: “Potrei menzionare i prodotti, fare tanti nomi che tutti conoscono, ma in particolare esiste una cosa non replicabile e non ricollocabile. L’ospitalità italiana è gradita a tutti, il nostro territorio e le nostre bellezze non è possibile copiarle. La nostra biodiversità è unica al mondo: chi vuole vivere un’esperienza culinaria deve visitare il nostro meraviglioso paese, chi vuole comprare i nostri vestiti può farlo ovunque, indossarli. Il passeggiare sotto i nostri portici nelle nostre città d’arte è una sensazione non replicabile in nessun altro luogo. Una granita Siciliana consumata in un altro posto al di fuori della Sicilia non ha lo stesso sapore, ma questo vale per tutti i nostri cibi e sapori. Il Made in Italy è un mix di sapori e sensazioni, che si provano solamente in Italia”.

TC: “Quindi non parliamo soltanto di strumenti finanziari e tecniche di marketing quando pianifichiamo il rilancio del made in Italy?”

JM: “Oggi non voglio parlare di strumenti finanziari e strategia di Marketing. Il Made in Italy deve essere un movimento che parte dentro ognuno di noi, che nasce dall’orgoglio di essere italiani e di portare la nostra cultura, i nostri talenti, la nostra professionalità in giro per il mondo. Non dobbiamo soltanto mostrarla, ma dobbiamo acquisire la capacità di venderla e insegnarla. Dobbiamo parlare e fare conoscere i nostri prodotti nel mondo, perché un prodotto italiano è diverso. Il Made in Italy, si rilancia con un percorso rinascimentale, dobbiamo fare emergere nelle coscienze di noi tutti il desiderio di portare all’estero gli usi e costumi del nostro meraviglioso paese, io credo che ognuno di noi è ambasciatore del Made in Italy. Dobbiamo riuscirci partendo anche dalle piccole azioni.”

TC: “Quale potrebbe essere un primo passo?”

JM: “Partiamo dall’essere sempre disponibili ed ospitali quando abbiamo davanti a noi uno straniero. Dare un’indicazione, fornire un servizio eccellente non può fare altro che migliorare l’immagine del sistema Italia nel mondo.”

TC: “Per fare l’ambasciatore del Made in Italy bisogna viaggiare tanto?”

JM: “Per motivi professionali trascorro la metà dell’anno viaggiando all’estero, visitando numerosi paesi, entrando in contatto con altre meravigliose culture. Oggi grazie alla tecnologia possiamo comunicare con tutto il mondo direttamente da casa nostra, questo ci ha aiutato tanto anche durante il lock-down.”

TC: “Cosa direbbe a chi vuole lavorare all’estero esportando il Made in Italy?”

JM: “Bisogna continuare a studiare, nella vita non bisogna mai smettere di imparare e formarsi come professionisti e come esseri umani. Bisogna avere uno sguardo al passato ed uno al futuro, cercando di innovare ma sempre mantenendo l’attenzione sul benessere del nostro pianeta. Continuare a fare ricerca e sviluppo per rendere i nostri prodotti, non solo più belli e performanti, ma soprattutto sostenibili. Personalmente, il mio desiderio è di vedere un Made in Italy al servizio dell’umanità.”

 
Alfonso Stagno